Che l’edilizia abbia bisogno di un restyling in chiave sostenibile e da condurre in breve tempo è ormai chiaro a tutti. Ma come si fa a stabilire se un edificio è sostenibile e soprattutto se lo sarà lungo tutto il suo ciclo di vita? Con il Life Cycle Assessment, una procedura che permette di indagarne in anticipo ogni fase per dare la certezza alle aziende di poter costruire davvero a impatto zero e alle persone di vivere degli edifici che siano davvero ecocompatibili.
Cos’è il Life Cycle Assessment?
Il Life Cycle Assessment (LCA) è uno strumento definito dalla serie 14000 degli standard internazionali ISO per la valutazione degli impatti ambientali di un prodotto o, in questo caso, di un edificio durante tutto il suo ciclo di vita. Si tratta di un approccio “cradle to grave”, cioè dalla culla alla tomba o, trattandosi di edilizia, dalla costruzione alla demolizione. La sostenibilità dell’edificio viene infatti definita nei minimi particolari utilizzando principi e linee guida comuni, che danno la possibilità di valutarne in anticipo il decorso, confrontandolo con quello di altri edifici valutati con lo stesso metodo.
L’aspetto del confronto tra edifici equivalenti dal punto di vista funzionale è primario e si può condurre soltanto se le informazioni vengono ottenute utilizzando gli stessi strumenti e le stesse metodologie. Ecco perché è importante che queste ultime standardizzate a livello internazionale. Un altro aspetto fondamentale che l’LCA fa emergere è la contestualizzazione a livello di spazio, tempo, modalità e scopi di utilizzo di un prodotto. Generalizzare infatti, quando si tratta di sostenibilità, è impossibile: non esistono materiali, componenti o metodologie preferibili in assoluto, ma solo in base a ogni singolo caso.
Gli step principali da considerare nell’analizzare la sostenibilità del ciclo di vita di un prodotto o di un edificio sono invece i seguenti:
- l’acquisizione delle materie prime
- la fabbricazione o lavorazione dei materiali
- la produzione o costruzione vera e propria
- l’uso, la manutenzione, il riutilizzo e la gestione dei rifiuti
Le fasi
Le 4 fasi fondamentali della conduzione di una LCA sono:
- definizione dell’obiettivo e dell’ambito, per stabilire il motivo dell’LCA e delineare le domande a cui è necessario rispondere. Piccole variazioni nei prodotti o nei processi in fase di valutazione possono comportare grandi differenze nel risultato dell’LCA, perciò è importante dare una definizione precisa del ciclo di vita e della funzione svolta dal prodotto o processo in analisi, così come dell’unità presa in considerazione per la valutazione e dei confini dell’inventario.
- analisi dell’inventario, un processo di quantificazione del fabbisogno energetico e di materie prime, delle emissioni e dei rifiuti prodotti e di altri rilasci che avvengono durante il ciclo di vita del fabbricato. Il primo passo è lo sviluppo di un diagramma che illustri gli input e gli output (sia materiali che energetici) necessari al prodotto che si sta valutando. La seconda fase è lo sviluppo di un piano di raccolta dati che dovrebbe includere obiettivi di qualità dei dati, identificazione delle fonti e dei tipi di dati e identificazione di eventuali lacune. La terza fase è la raccolta dei dati, cui seguono la valutazione e la documentazione dei risultati.
- valutazione d’impatto, che utilizza i risultati dell’analisi dell’inventario per calcolare le categorie di impatto. La definizione delle categorie di impatto consente di classificare e modellare i dati per l’interpretazione, per poi normalizzarli, raggrupparli e soppesarli.
- interpretazione, che dovrebbe identificare, quantificare, controllare e valutare le informazioni derivate dalla valutazione. L’obiettivo dell’interpretazione dei dati è di giungere a conclusioni e fornire raccomandazioni. Per questo i risultati devono essere riportati in modo trasparente e comprensibile, completo e coerente, in conformità con l’obiettivo dello studio
L’LCA nell’edilizia
Quanto detto è dunque valido anche nel caso della conduzione di un Life Cycle Assessment a proposito di un edificio in costruzione o in ristrutturazione. Anche nell’ambito edile, infatti, il rischio è di focalizzarsi soltanto sulla fase di costruzione per dichiarare la sostenibilità di un edificio, lasciando in secondo piano ciò che viene prima e ciò che viene dopo. E se l’attenzione alla vita dell’edificio, e in particolare ai suoi consumi energetici, è sempre maggiore, lo stesso non vale per il fine vita: che fine farà l’edificio? Può essere riutilizzato o riqualificato? Come verrà demolito? Come verranno smaltiti o riciclati i rifiuti edili? L’economia circolare è un tassello imprescindibile della decarbonizzazione e in generale della creazione di un modello di sviluppo sostenibile.
Il parco edilizio europeo è tanto vario e interessante dal punto di vista socio-culturale quanto obsoleto. Disporre di una metodologia e di strumenti efficaci e standardizzati per la definizione e la previsione degli impatti ambientali degli edifici consentirà di accelerare notevolmente la transizione del settore.