I pannelli solari, noti anche come moduli fotovoltaici, sfruttano una delle risorse naturali gratuite più potenti: l’energia prodotta dal sole, trasformata in elettricità da semiconduttori. E possono consentire di farlo anche direttamente da casa, installati sul tetto o sul balcone. Negli ultimi anni i prezzi dei pannelli solari sono infatti costantemente diminuiti, grazie alla scoperta di nuove tecnologie che li rendono più efficienti in termini di costi. Per questo motivo, oltre che per la convenienza e la sostenibilità della tecnologia, il fotovoltaico domestico si sta diffondendo sempre più dislocando la produzione energetica e localizzandola sempre più vicino ai luoghi di effettivo consumo. Ma in cosa consiste esattamente?

 

Cos’è il fotovoltaico domestico?

Il fotovoltaico domestico non è altro che un impianto fotovoltaico installato entro i confini di un’abitazione privata e destinato ad alimentarla. Si differenzia perciò dagli impianti commerciali e industriali che soddisfano il fabbisogno di altre tipologie di strutture. E, in particolare, presenta una potenza inferiore, commisurata alle necessità del settore residenziale, in genere minore rispetto a quelle di industrie, aziende e attività commerciali. 2-6 kW di potenza dovrebbero essere sufficienti per una casa, un calcolo da fare sulla base dei consumi energetici annuali.

A livello di composizione, invece, l’impianto domestico non si differenzia da qualunque altro: prevede uno o più pannelli che a partire dall’energia solare generano elettricità sotto forma di corrente continua, una struttura metallica che li sorregge e fissa alla superficie del tetto o del balcone e un inverter che trasforma la corrente continua in corrente alternata. In più, l’impianto può essere collegato a un sistema di accumulo, che permette di accantonare l’elettricità prodotta in eccesso a una data ora per utilizzarla quando serve.

Sono tre le tipologie di sistema fotovoltaico domestico più diffuse. Una tradizionale a base di moduli connessi alla rete elettrica pubblica, una on-grid in cui il generatore (i pannelli) è connesso a un sistema di accumulo, ma rimane comunque in collegamento con la rete nazionale, e una off-grid, non allacciata alla rete elettrica e dunque ideale per strutture isolate o mobili.

Quando si installa un impianto fotovoltaico a casa il luogo prediletto è in genere il tetto, a meno che non si abbiano a disposizione tettoie o campi da dedicarvi. Esistono però anche piccoli pannelli adatti ai balconi: non coprono tutti i consumi, ma permettono comunque di abbassare le bollette. In genere il processo di installazione inizia con un sopralluogo che ne verifichi la fattibilità e le modalità. La posa e l’allacciamento non richiedono molto tempo e un sistema di monitoraggio intelligente consentirà sia ai proprietari che ai tecnici specializzati di tenere sotto controllo le capacità dell’impianto. Il costo è molto variabile a seconda del sistema scelto, con o senza accumulo, e della dimensione, ma parte da qualche migliaio di euro.

 

I vantaggi

Con i costi energetici in costante aumento negli ultimi anni, i pannelli solari domestici sono diventati un’opzione sempre più interessante per contenere le bollette mentre si contribuisce alla transizione energetica. Mettere in pratica i consigli per risparmiare l’elettricità attinta dalla rete pubblica è una mossa indispensabile, ma può non essere sufficiente se i costi aumentano di molto. I pannelli fotovoltaici domestici consentono invece di autoprodurre energia elettrica pulita, trasformandosi in prosumer: produttori e consumatori insieme. Si tratta di un cambio di prospettiva che sta alla base anche delle CER, le Comunità Energetiche Rinnovabili che riuniscono abitazioni, condomini, imprese e/o enti pubblici che volessero mettersi in rete per raggiugere l’autosufficienza energetica e persino vendere i surplus alla rete pubblica.

Con un impianto fotovoltaico domestico perfettamente funzionante abbinato a un sistema di accumulo si può perciò ambire a conquistare l’indipendenza energetica. E lo si può fare in maniera completamente carbon neutral. L’elettricità che oggi alimenta i nostri impianti HVAC ed elettrodomestici è infatti ottenuta soprattutto da combustibili fossili importati dall’estero, la cui combustione genera la maggior parte della CO2 prodotta ogni anno dalle città. Il fotovoltaico domestico è perciò tra le tecnologie già testate più promettenti per decarbonizzare l’edilizia, perché non si serve di altro se non dell’energia solare, rinnovabile e innocua.

L’investimento iniziale per installare un impianto fotovoltaico non è certamente banale, ma i costi sono in calo e sono disponibili diverse agevolazioni tra detrazioni fiscali e finanziamenti. L’ormai noto Superbonus 110% consente ad abitazioni e condomini di recuperare il 110% del costo dell’impianto, il Bonus Ristrutturazioni il 50% della spesa, lo Scambio sul Posto permette di rivendere l’energia non consumata al GSE e l’IVA è agevolata. Senza contare che un impianto fotovoltaico efficiente aumenterà di molto il valore dell’immobile, tenendo conto della lunga vita dei pannelli e della garanzia che li copre.