Mentre gli obiettivi climatici al 2030 e al 2050 impongono prima un dimezzamento e poi un azzeramento delle emissioni nette di gas serra rispetto al 1990, in Italia le emissioni dei trasporti sono addirittura cresciute del 3,9% da allora a oggi. L’hanno constatato Kyoto Club e l’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR-IIA), in collaborazione con ISFORT, che hanno redatto il rapporto “MobilitAria 2022” in occasione della campagna europea Clean Cities.
Non resta molto tempo per invertire la rotta in tempo: ecco perché il MIMS (Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili) e il MUR (Ministero dell’Università e della Ricerca) hanno sviluppato un protocollo che indirizzi e accompagni la transizione ecologica e digitale, in particolare offrendo alternative tecnologiche per infrastrutture e sistemi di mobilità sostenibili.
Secondo la ministra del MUR Maria Cristina Messa, «per affrontare le sfide della sostenibilità il contributo delle competenze e della ricerca è fondamentale, in particolare nella scoperta di soluzioni tecnologiche innovative che consentano all’Italia di essere sempre più competitiva senza incidere negativamente sull’ambiente. In tutte le azioni del PNRR sulla ricerca gestite dal MUR il vincolo di contribuire, per contenuti e risorse, alla transizione ecologica, è trasversale e tutti i progetti devono prevedere quote orientate in tal senso. Solo lavorando insieme e facendo sistema raggiungeremo gli obiettivi fissati».
Cosa dice il protocollo?
La cooperazione tra i due ministeri è al centro dell’intesa a testimoniare l’impegno congiunto indispensabile per raggiungere risultati concreti e duraturi. Ciò significa che per accompagnare la mobilità verso un futuro sostenibile si ritiene indispensabile anche l’incentivazione della ricerca e della formazione universitaria che dia vita a nuove professionalità, che sviluppino proposte nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi climatici. Al centro del protocollo, la transizione energetica e digitale, che, agendo in interdipendenza, influenzeranno anche la mobilità.
«Per accelerare il cambio di paradigma verso lo sviluppo sostenibile nei settori delle infrastrutture e della mobilità, e in particolare per vincere la grande sfida incorporata nel pacchetto europeo ‘Fit for 55’, è essenziale il contributo della ricerca per individuare le soluzioni tecnologiche più innovative», ha dichiarato il ministro del MIMS Enrico Giovannini. «La collaborazione tra Mims e Mur deve essere potenziata per agevolare la transizione ecologica e digitale – ha aggiunto il Ministro – soprattutto con la formazione di professionalità in grado indirizzarla e gestirla in modo efficace nei prossimi anni».
Il protocollo è naturalmente in linea con le linee guida del Green Deal europeo e dell’Agenda 2030 e invita la ricerca a sviluppare soluzioni tecnologiche, metodologiche e operative per promuovere un’equa transizione alle “carbon neutral cities”. Perché la transizione venga completata sarà infatti necessario azzerare le emissioni di gas serra dei trasporti pubblici e privati, sostituendo i mezzi a combustione con mezzi elettrici dotati di batterie efficienti e facili da riutilizzare o smaltire. Ma sarà altrettanto importante abbattere i costi di produzione, di trasporto e di distribuzione dei carburanti energetici alternativi, tra idrogeno e combustibili sintetici. E poi introdurre la ricarica dinamica nella rete stradale e autostradale e trovare il modo di produrre, stoccare e convertire energia a basse emissioni anche in porti e aeroporti.
Oltre la mobilità
La collaborazione tra i ministeri si allarga anche ad altri campi. Il protocollo propone infatti di progettare soluzioni di monitoraggio avanzate, tra sensori, satelliti e sistemi digitali innovativi. Nell’edilizia, invita a sperimentare metodi di costruzione e adattamento di edifici nZEB, che auto-producano energia, e a sviluppare biomateriali. Relativamente allo stato della nostra infrastruttura idrica, inoltre, il protocollo invita a rinnovare la rete e ad aumentarne la resilienza per ridurre le dispersioni. Infine, invita a sviluppare progetti di riconversione industriale per aumentare l’efficienza energetica di settori già attraversati da profonde trasformazioni, come quello degli idrocarburi e dell’automotive.
Sottoscritta l’intesa, non resta che collaborare per mappare le attuali competenze diffuse negli enti di ricerca e nelle università sui temi richiamati dal protocollo, per iniziare a coordinare iniziative, avviare corsi di dottorato, garantire aderenza dell’offerta formativa alle esigenze professionali del mercato del lavoro, dare vita a una formazione che consenta a dottorandi e studenti di compiere esperienze concrete.
Ogni attività e iniziativa, prevederà la sottoscrizione di un accordo operativo tra MIMS e MUR, con l’eventuale partecipazione di altri soggetti istituzionali. Inoltre, verrà costituito un Comitato di indirizzo, composto dai due ministri Giannini e Messa o da loro delegati e da due rappresentanti per ogni dicastero.