Grazie all’IoT, le smart cities non sono più un’utopia. La possibilità di connettere gli oggetti alla rete internet – il concetto di Internet of Things, appunto – ha aperto l’era delle città intelligenti, contesti abitativi, lavorativi e di svago sostenibili, sicuri e a misura d’uomo. Tutto è partito dalla domotica, cioè l’implementazione di tecnologie dotate di automatismi e controllabili da remoto o con comandi vocali. Ma le smart cities, che ormai oltre che intelligenti dovrebbero essere anche responsive, non sono fatte soltanto di smart home e smart buildings. Sono tante le applicazioni dell’IoT anche al di fuori degli edifici e sono queste ultime che contribuiranno a rendere le città del futuro veramente smart.
Oggi il mercato dell’IoT vale 6 miliardi di euro solo in Italia (dati dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano). Supportato dalla diffusione capillare del 5G, della cultura digitale e della consapevolezza rispetto ai benefici, non potrà che allargarsi, dando a ogni cittadino la possibilità di vivere in una città su misura.
Smart city, responsive city
Se è vero che entro il 2050 il 70% della popolazione mondiale abiterà nelle città (dati ONU), perché queste siano davvero vivibili dovranno risolvere diverse problematiche che oggi minano il benessere degli abitanti e dell’ambiente. L’aumento della popolazione, il traffico, l’innalzamento delle temperature, la qualità dell’aria, la gestione dei rifiuti e dell’acqua, l’inclusività e la sostenibilità dei servizi sono solo alcune delle sfide che le città devono affrontare al più presto. E solo l’adozione di tecnologie smart, come quelle basate sull’IoT, può permettere loro di uscirne vincenti.
Una smart city è una città che sfrutta l’innovazione, e in particolar modo la digitalizzazione, per mettere in relazione tra loro e con gli abitanti le infrastrutture materiali e virtuali di una città. In tal modo, non solo semplifica ed efficienta i servizi già esistenti, ma è capace di offrirne di nuovi in tutti i campi, sempre più personalizzati, inclusivi e al passo con i tempi. Il risultato è un ecosistema tecnologico che migliora la gestione della città da ogni punto di vista e dunque il comfort che questa è in grado di offrire a chi la abita.
Ma il vero salto di qualità avverrà quando le città oltre ad essere smart diventeranno anche responsive, rendendo i cittadini veramente protagonisti delle loro scelte. La responsive city, infatti, è una smart city people-centered, in cui l’IoT garantisce un livello di interconnessioni ecosistemiche tra tecnologie, abitanti, istituzioni e imprese tale da permettere alla città di adattarsi alle esigenze di ognuno. Ma quali sono concretamente le tecnologie IoT che contribuiranno a creare questo scenario cittadino?
L’IoT in città
Tra sensori, big data, app per smartphone e intelligenza artificiale, ecco una rassegna delle principali tecnologie IoT che risponderanno alla domanda di sicurezza, salute e sostenibilità proveniente dalle città di oggi:
- 5G. Senza una connessione internet veloce, stabile e sicura che raggiunga ogni angolo della città, sia all’interno che all’esterno degli edifici, la smart city non può esistere.
- Smart grid. La fusione di una rete di distribuzione e di una di informazione a creare una rete intelligente per la gestione della corrente elettrica, basata su una generazione decentralizzata.
- Smart metering. Contatori intelligenti per monitorare i consumi elettrici degli edifici e delle infrastrutture elettriche cittadine, ottimizzandone da remoto le prestazioni e rilevando anomalie e malfunzionamenti.
- Gestione idrica. L’acqua verrà distribuita tramite sistemi ICT che regolano la pressione in base alla necessità e monitorano la qualità dell’acqua e lo stato delle tubature per evitare perdite.
- Domotica, building automation e BIM. Una smart city è prima di tutto composta da smart buildings: la domotica rende intelligenti gli ambienti domestici e lavorativi tramite apparecchi e impianti automatizzati e controllabili da remoto; la building automation si occupa del controllo centralizzato e automatizzato dell’intero edificio (HVAC, luce, elettricità, accessi, chiusura e apertura di porte e finestre,…); il BIM (Building Information Modeling) è un metodo di pianificazione dell’edificio volto a crearne un alter ego digitale su una piattaforma tramite cui monitorare ogni suo aspetto durante tutto il ciclo di vita.
- Viabilità. Uno degli aspetti più critici in città, in termini di inquinamento ambientale, sicurezza dei cittadini e stress quotidiano, è il traffico. Sensori e telecamere potranno ricavare dati in tempo reale sulla viabilità cittadina, segnalando ingorghi, incidenti, lavori in corso o interruzioni della viabilità dovute a qualunque motivo.
- Parcheggi intelligenti. Un problema connesso a quello del traffico è la ricerca dei parcheggi. Se ogni posto auto fosse dotato di un sensore, sarebbe possibile creare una mappa dei parcheggi cittadini per indirizzare subito gli automobilisti verso quelli liberi, evitando stress e chilometri inutili.
- Gestione dei rifiuti. Sensori applicati ai contenitori dei rifiuti ne indicheranno lo stato di riempimento comunicandolo agli addetti alla raccolta, perché ottimizzino i percorsi.
- Qualità dell’aria. Basteranno dei sensori per monitorare la densità del particolato nell’aria all’interno e all’esterno degli edifici.
- Videosorveglianza. Telecamere e sensori in grado di acquisire e analizzare dati e di inviare notifiche di allerta in caso di anomalie. Trovano diverse applicazioni, dal monitoraggio degli ingressi negli edifici al controllo degli assembramenti e del traffico.
Tutte le tecnologie elencate concorrono a diminuire i costi di gestione dei servizi, oltre ad aumentare il comfort cittadino. Molte sono già in uso, ma per dare vita a una smart city dovranno essere in grado di dialogare strettamente l’una con l’altra e di raggiungere ogni abitante. Naturalmente, gli orizzonti aperti dall’IoT per le città sono ben più vasti e ognuna dovrà implementare le tecnologie più adatte al proprio contesto ambientale, economico e sociale.