Se c’è una caratteristica che accomuna i professionisti più stimati in ogni campo è il fatto che per loro la formazione e l’aggiornamento siano sempre in cima alla lista delle priorità. Non può essere altrimenti in un contesto sociale, economico e normativo che cambia velocemente. E non può essere altrimenti nemmeno per l’amministratore di condominio, che contribuisce alla gestione e all’innovazione di uno dei settori chiave per il benessere delle persone e del pianeta: l’immobiliare-edilizio.
All’amministratore condominiale sono richieste competenze diversificate – normativo-giuridiche, fiscali, contabili, economiche, tecniche e gestionali – e grandi capacità di comunicazione per mettere a parte i condòmini di tutte le novità che potrebbero influenzare la loro vita in condominio. Ecco perché ANACI tiene in modo particolare alla sua formazione continua, offrendo agli associati opportunità di approfondimento e aggiornamento delle competenze che vanno oltre quelle minime previste dalla legge.
Cosa dice la legge?
All’amministratore sono richieste onorabilità e professionalità, all’atto della nomina e durante tutto l’arco di tempo in cui esercita l’incarico. La normativa che contiene le indicazioni da seguire sul tema, e in particolare sulla competenza professionale, è il DM 140/2014, che, in accordo con l’articolo 71-bis del Codice Civile, per la prima volta stabilisce una serie di requisiti che chi desidera ricoprire la carica di amministratore deve possedere.
L’obiettivo del Decreto è di garantire al professionista una preparazione adeguata nelle materie giuridiche, fiscali e tecniche e al cliente (i condòmini) un servizio di qualità. Come? Obbligando l’aspirante amministratore a frequentare un corso di formazione preliminare di 72 ore (48 di teoria e 24 di esercitazione pratica) e un corso di aggiornamento da 15 ore (con casi teorico-pratici) all’anno, entrambi con esame finale. Sono dispensati dalla frequenza del corso di formazione iniziale gli amministratori che hanno svolto l’attività per almeno un anno nell’arco dei tre anni precedenti l’entrata in vigore della legge. Questi ultimi sono dispensati anche dall’obbligo di aver conseguito il diploma di scuola secondaria di secondo grado, valido per tutti gli altri.
Qual è il limite di questa normativa? Che non si applica nel caso in cui sia un abitante dello stabile a offrirsi come amministratore, esercitando in modo non professionistico. ANACI da sempre ritiene la formazione un valore fondamentale del mestiere di amministratore di condominio; ha perciò deciso di intensificare l’iter formativo sia incrementando il numero di credi formativi obbligatori sia la certificazione delle competenze professionali.
I crediti formativi ANACI
In quanto amministratori professionisti, gli associati ANACI sono obbligati alla frequenza del corso di formazione annuale da 15 ore, e hanno a disposizione molte occasioni per accrescere e aggiornare la loro professionalità grazi agli oltre 600 incontri che l’Associazione organizzati su tutto il territorio italiano e anche in modalità online. Ai sensi dell’art. 5 dello Statuto (II comma) e dell’art. 8 del Regolamento dell’Attività di Formazione (ultimo comma), in particolare, gli associati devono ottenere ogni anno 28 CFP (Crediti Formativi Professionali), frequentando corsi o convegni che ne prevedano l’assegnazione (1 CFP all’ora). È possibile accumularli partecipando al corso annuale obbligatorio da 15 ore, a uno o più corsi o convegni per un totale di altre 12 ore e ad almeno un’ora di formazione sui contenuti dello Statuto.
L’obbligo di conseguimento dei crediti non è fine a sé stesso, è volto a stimolare negli amministratori la volontà di migliorare ogni giorno di più, ottenendo vantaggi per sé stessi, per la categoria e per i condòmini.
La certificazione TUV per l’amministratore di condominio
Acquisite le competenze necessarie, come assicurare ai condòmini di essere il professionista che stanno cercando per gestire il loro immobile? Esibendo una certificazione che lo attesti. In Italia esistono decine di migliaia amministratori di condominio, la maggior parte dei quali esercitano la professione in modo non professionale, amministrando il proprio condominio dietro bassi compensi, magari durante la pensione o dopo il lavoro. Per distinguersi in uno scenario affollato e confuso, in mancanza di una normativa che tuteli i professionisti, è indispensabile un’attestazione autorevole, come quella che rilascia TUV Italia, secondo la norma UNI 10801:2016.
La certificazione TUV, infatti, è destinata a chiunque sia «in possesso delle conoscenze, delle competenze e delle abilità necessarie», sia quelle tecnico-pratiche (le hard skills) che quelle relazionali e valoriali (le soft skills), da dimostrare durante un esame scritto e uno orale. I requisiti di accesso all’esame sono il diploma di scuola secondaria di secondo grado (con le stesse deroghe previste dal DM 140), l’aver esercitato la professione per almeno 5 anni e l’aver frequentato il corso di formazione iniziale di almeno 72 ore (15 ore per chi ha svolto l’attività per almeno un anno tra 2010 e 2012 senza interromperla successivamente).
In ANACI la certificazione è già obbligatoria per i dirigenti, ma è fortemente consigliata anche a tutti gli associati proprio per la sua funzione distintiva rispetto al mercato. Una volta ottenuta, sarà valida per tre anni con tacito rinnovo, previo pagamento della quota annuale per la sorveglianza di TUV Italia e, naturalmente, previa frequentazione di almeno un corso di aggiornamento da 15 ore all’anno.