Un’umidità elevata non è soltanto fastidiosa, è anche pericolosa per la salute, tanto in estate quanto in inverno. È infatti l’umidità, più della temperatura o di altri parametri, a peggiorare le condizioni ambientali, fino a rendere invivibile una stanza. Come imparare a controllarla in modo naturale o con l’ausilio di tecnologie apposite?

 

I tassi di umidità ideale

Ogni oggetto per essere conservato al meglio avrebbe necessità di tassi di umidità specifici, soprattutto se delicato come un libro o un quadro. Per gli ambienti domestici e per le persone l’intervallo ideale è intorno al 50% di umidità, con valori leggermente più alti in estate – 50% con temperatura tra 24 e 26 gradi – e leggermente più bassi in inverno – 40-50% con temperatura tra 19 e 22 gradi.

Mantenere il giusto tasso di umidità è indispensabile per tutelare la salute degli inquilini di casa. Con un tasso eccessivo, invece, aumenta la percezione del caldo e del freddo, si inumidiscono i vestiti e gli altri tessuti e si crea condensa sulle pareti e sui vetri. Aumenta inoltre la probabilità che si sviluppino muffe e batteri e si aggravano di conseguenza i problemi respiratori e le allergie degli abitanti di casa. Infine, rischiano di essere intaccate le strutture e i pavimenti in legno, oltre che i mobili e altri oggetti.

Ci sono diversi motivi per i quali una casa può risultare particolarmente umida. Alcuni possono essere difficilmente eliminati, come il design degli ambienti, i materiali utilizzati per costruire e soprattutto il clima della regione in cui sorge. L’umidità può però anche essere causata da scelte di vita quotidiane, come cuocere frequentemente al forno o al vapore, lasciar asciugare i vestiti bagnati in casa, vaporizzare gli indumenti o fare lunghe docce. In sostanza, qualsiasi attività che produca anche la più piccola quantità di vapore può aumentare l’umidità in casa.

 

Quando è il caso di deumidificare?

Sentirsi regolarmente appiccicosi può essere già un indicatore di umidità eccessiva, ma ci sono altri segni rivelatori del fatto che è ora di deumidificare. Tra questi, la condensa sui vetri o sulle pareti, che si forma quando l’aria calda colpisce le superfici fredde, condizione che si verifica più frequentemente quando la casa è umida. Poi muffe e funghi, che prosperano in ambienti umidi. Se nella doccia, nella vasca, lungo le giunture del lavandino o nelle fughe delle piastrelle cresce spesso e velocemente della muffa nerastra, è certamente a causa di un’umidità eccessiva. Infine, il legno molle o deteriorato, che tende a decomporsi proprio per l’umidità elevata e prolungata nel tempo.

 

Come deumidificare in modo naturale?

Tranne nei casi in cui i parametri ambientali di casa sono fortemente intaccati da condizioni climatiche esterne, diminuire l’umidità interna non è poi così difficile, sia con metodi naturali che con tecnologie appositamente ideate. Controllarne il tasso senza utilizzare corrente elettrica o altre fonti sarebbe però ideale per risparmiare energia, soprattutto oggi che i costi lievitano giorno dopo giorno. Ecco come fare:

  • assorbi l’umidità in eccesso posizionando bicarbonato di sodio, salgemma o cloruro di calcio in aree particolarmente problematiche della casa
  • non lasciar ristagnare acqua quando cucini, ti lavi o pulisci
  • ventila in modo naturale gli ambienti, lasciano aperte le finestre e creando correnti d’aria, a meno che l’eccesso di umidità non sia dovuto alle condizioni climatiche esterne
  • acquista piante in grado di deumidificare, come l’aloe, la felce, il bambù, il filodendro, l’edera, la sansevieria o l’aglaonema
  • fai docce più brevi e più fredde, per evitare di creare troppa condensa in bagno
  • fai un check up delle eventuali perdite idriche in casa

Rispettando tutte queste regole, il problema dovrebbe ridimensionarsi entro pochi giorni. Se così non dovesse essere, sarà necessario intervenire in modo più drastico, valutando di acquistare un deumidificatore.

 

A cosa serve un deumidificatore

L’unico modo per controllare in modo preciso il grado di umidità di una stanza e per liberarsi di un’umidità ostinata è utilizzando una tecnologia apposita. I deumidificatori con igrometro servono infatti a prelevare dall’aria le particelle di acqua sospese che causano tutti i problemi correlati ad alti tassi di umidità. È perciò ideale posizionarne uno per stanza in stanze particolarmente soggette al problema – come cucina, bagno e lavanderia – e in periodi dell’anno particolarmente critici, come l’estate in regioni molto afose. Così facendo si eviterà l’insorgere di condense e muffe, si dormirà meglio e di eviteranno problemi respiratori.

Grazie all’IoT e ai sistemi di tecnologie connesse, è sempre più semplice e automatico raggiungere in breve tempo i corretti tassi di umidità e in seguito conservarli. Anche assicurandosi di non prelevare troppa acqua dall’aria, per non incorrere in problemi opposti di secchezza degli ambienti, soprattutto in inverno, quando l’accensione del riscaldamento diminuisce drasticamente i livelli di umidità.

Esistono due tipologie di deumidificatori, ugualmente efficaci su metrature ridotte, ma da selezionare attentamente nel caso di ambienti ampi o necessità specifiche:

  • deumidificatori elettrici, che funzionano in modo meccanico aspirando l’aria, filtrandola, trattenendo l’umidità e refrigerandola con un gas
  • deumidificatori chimici, che funzionano per essiccazione, con materiali che assorbono l’umidità come il gel di silice

Nel primo caso sarà importante ricordare di svuotare il serbatoio con l’acqua prelevata dall’aria e sostituire periodicamente i filtri, nel secondo caso di sostituire il materiale essiccante. I deumidificatori elettrici sono senza dubbio più efficaci su ampie metrature, ma quelli chimici hanno anche il vantaggio di eliminare gli odori cattivi, oltre a costare meno e a essere silenziosi. Esistono inoltre da una parte piccoli deumidificatori portatili ideali per stanze piccole o per il trasporto e dall’altra deumidificatori da parete, spesso abbinati a climatizzatori, per accentrare tutte le funzioni in un’unica tecnologia.